Come ridurre lo spreco alimentare
Come ridurre lo spreco alimentare. Se ne è parlato presso la Biblioteca della Nicola Festa di Matera con Francesco Linzalone, Rosa Nicoletti e Elena Baldassarre.
Si calcola che in media un italiano sprechi 1 Kg di cibo alla settimana e si prevede che tale spreco sia destinato ad aumentare nel tempo. Lo spreco è un effetto del nostro sistema consumistico, ma sarebbe possibile diminuire spreco e inquinamento iniziando a cambiare le nostre abitudini individuali? L’Obiettivo 12.3 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite indica di dimezzare entro il 2030 lo spreco alimentare globale pro-capite e di ridurre le perdite di cibo durante le catene di produzione e di fornitura (ONU, 2015).
Giovedì 25 maggio scorso, Francesco Linzalone, Rosa Nicoletti e Elena Baldassarre (Slow Food, Matera), in un incontro organizzato dall’Associazione Quartiere Lanera presso la Biblioteca della scuola secondaria di primo grado Nicola Festa di Matera, hanno mostrato come ogni cittadino abbia un ruolo attivo nella riduzione dello spreco, soprattutto in due momenti: quello della spesa e quello della preparazione delle pietanze.
I relatori hanno offerto alcuni consigli pratici, illustrando la differenza tra due tipi di spesa: una realizzata con prodotti della Grande Distribuzione Organizzata (GDO) e l’altra con prodotti alimentari dei mercati cittadini e delle botteghe di quartiere. L’accento è stato posto sulla consapevolezza della provenienza delle materie prime e sulla riduzione dell’uso degli imballaggi, promuovendo l’acquisto con contenitori riutilizzabili. Si è discusso anche di come evitare gli sprechi a tavola, scegliendo prodotti freschi di stagione e preparando pietanze tradizionali che nascono per non buttare via nulla.
Nell’occasione è stato presentato il libro “Quando la mollica aveva i buchi stretti. Ricette materane della tradizione” di Lucia e Francesco Linzalone, edizioni Giannatelli. L’auspicio è che i valori fondanti della comunità materana rimangano validi, solidi e fragranti come il pane che esce dal lavoro dell’uomo e della donna. Ma non si può fare un buon pane se non si dà a questo il tempo di lievitare, al grano di germinare e spigare, alla semola di separarsi dalla crusca. La cucina vuol dire saper aspettare e il Tempo è l’ingrediente principale.
Un ringraziamento speciale va a Enza Doria per aver raccontato l’evento con le sue fotografie che, come sempre, sanno cogliere il cuore degli eventi.