Studenti e docenti della secondaria Nicola Festa di Matera affrontano con gli esperti degli ordini professionali e con le associazioni di quartiere lo studio del territorio

Giovedì 8 febbraio presso la Biblioteca di Istituto in Via Lanera, la scuola secondaria di primo grado Nicola Festa ha presentato la propria offerta formativa per l’anno scolastico 2024/25, con un focus sulle modalità di integrazione con il territorio.

Sono intervenuti, oltre agli allievi e ai docenti della scuola, la dirigente scolastica M. R. Santeramo, la presidente dell’Associazione Quartiere Lanera Rosalba Matera, il dottorando dell’Unibas Vincenzo Pace del dipartimento delle culture europee del Mediterraneo, il neo architetto Luca Favia, l’agronomo Andrea Camassa, la Consigliera Segretaria dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Matera, Marica Paolicelli.

I progetti presentati in particolare sono stati: Fare scuola nel quartiere; Abitare il paese; Il carnevale lucano tra maschere, musiche e tradizioni. Nel corso dell’incontro le classi 1 A e 1 B hanno presentato i loro lavori di riqualificazione del quartiere Lanera attraverso la realizzazione di un Giardino Arido e la costruzione di un sito web dedicato al quartiere e ai progetti.

Gli studenti della 2C hanno messo in scena le maschere antropologiche del carnevale lucano, con costumi e strumenti musicali fatti con materiali di recupero in laboratori artigianali. Il Rumit (uomo albero), l’Urs (Orso) e la Quares’m (quaresima), del carnevale satrianese, la maschera cornuta di Aliano, il Tore e la Mucca di Tricarico, il Carnevalone e suo figlio Carnevalicchio e il Fus di Montescaglioso hanno avvolto la serata riempendola di echi di presenze misteriose e lontane.

La riflessione è stata avvincente e complessa e ha affrontato temi quali la città educativa, la scuola aperta e partecipata dagli abitanti del quartiere, la comunità educante, i patti territoriali e i nuovi patti educativi di comunità. Questi processi vedono la scuola allargare il proprio orizzonte formativo e operativo al contesto sociale, economico e territoriale, esercitando verso di esso un ruolo attivo e propositivo.

Una scuola che interagisce con il territorio è innovativa lungo tre direttrici: il tempo, che si dilata oltre l’orario scolastico tradizionalmente inteso; lo spazio dell’insegnamento e quello delle relazioni che si arricchiscono della partecipazione di soggetti molteplici; la didattica che, in questa nuova visione, si orienta verso il superamento dei modelli trasmissivi e si apre a scenari di sperimentazione che superano lo spazio fisico dell’aula.

Si tratta di forme di apprendimento esperienziale tramite le quali gli alunni e le alunne incontrano problemi autentici, costruiscono nuove ipotesi, cercano soluzioni reali e interagiscono con i pari e con gli adulti esperti del settore. In un mondo caratterizzato dalla complessità, l’apprendimento esperienziale è intrinsecamente interdisciplinare: le discipline umanistiche, artistiche, scientifiche e tecnologiche arricchiscono la propria offerta apportando un contributo peculiare al particolare tema, questione o problema incontrato nel territorio.